Il dramma di Calderòn de la Barca completa la “Trilogia del Potere” sulla quale ho lavorato in questi ultimi anni. Il potere inteso come desiderio d’imporsi alla e nella realtà, snobbando tutto il risvolto metafisico che questa cela.
Il primo lavoro - “Un soldato”, ispirato al Macbeth di William Shakespeare - ritrae il protagonista totalmente asservito al suo destino, anzi da questo plagiato e spinto verso la rovina. Accecato dal desiderio di potere, l’uomo è in balia di un disegno prestabilito. Nel Un soldato ho voluto illuminare il volto del servo arbitrio.
Nel secondo – “Erre tre”, tratto dal Riccardo III di Shakespeare - il potere scalpita sotto le forme del “vizio arbitrario”: l’importante è vincere, nell’eclissi dell’etica. ma anche questo metodo non paga e alla fine ti punisce, ci dice il testo, e il Riccardo finisce appiedato e sconfitto da virtuosi nemici.
In “Sinfonie per legno dalla vita è sogno” Sigismondo alla fine diviene re – e probabilmente vivrà felice e contento – perché ha scelto la via del libero arbitrio, if you want you can, forzando le sbarre di quello che era un destino già imposto dal padre perché scritto negli astri…
dei tre eroi drammatici, Sigismondo, è l’unico che accetta, piegandosi al vento come bambù, che il reale è quello che stiamo sognando... e allora anima mia sognamo!
Di Umberto Fabi
Con U.F. e Karin Monica
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